Ibm comprerà Red Hat per 34 miliardi di dollari

di Francesco Taglialavoro

Si tratta di una acquisizione importante per il settore tech. Red Hat da 23 anni diffonde in ambienti professionali il sistema operativo Linux e diverso software sviluppato con tecnologie open source. Ibm è il gigante che tutti conoscono e che nasce 107 anni fa.

La più giovane società dal cappello rosso opererà come una distinta unità all’interno del team Ibm del cloud hybrid. Unendo le forze Ibm e Red Hat accelereranno l’impatto innovativo dell’open source in una più ampia  scala. La cifra dell’operazione è di circa 34 miliardi di dollari, la notizia è stata annunciata da Red Hat sul proprio sito. Continua a leggere

Odyssey, se Assassin’s Creed non somiglia più a se stesso (ed è un bene)

di Dario Marchetti

Squadra che vince non si cambia, dice un vecchio adagio. Ma per arrivare oltre il decennio di vita, con ritmi folli da uno o più titoli all’anno, il cambiamento è una costante dalla quale non si può prescindere. Con tutti gli alti e bassi che ne conseguono. E anche a costo di allontanarsi dalle radici degli inizi. Lo ha capito bene Ubisoft, che con Assassin’s Creed ha ormai tra le mani un leviatano videoludico dalle dimensioni spropositate, una creatura mitologica che senza le giuste redini rischia di fagocitarsi da sola. Fortuna che la tendenza è stata invertita, con l’avvento di Origins l’anno scorso. E con il recente arrivo di Odyssey, che ancor più di prima ci ricorda che per sopravvivere al tempo, Assassin’s Creed deve smettere di essere Assassin’s Creed.

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Hollow Knight e Dead Cells, due filosofie ludiche da scoprire su Switch

 

di Dario Marchetti

Non potendo competere in termini di potenza con le altre console, la Switch di Nintendo si è da subito posizionata su un segmento diverso, puntando come al solito sui titoli prodotti interamente dalla casa di Kyoto e sulle migliaia di titoli indie in circolazione, molti dei quali perfetti per le capacità, e peculiarità, di questa macchina ibrida. Tra questi ce ne sono in particolare due, Hollow Knight e Dead Cells, entrambi non nati su Switch ma che proprio sulla console Nintendo hanno incontrato un successo straordinario. Due titoli che, a modo loro, reinterpretano due dei filoni più popolari degli ultimi anni, i metroidvania e i roguelike, con in comune una cura maniacale, quasi amorevole, per ogni minimo dettaglio.

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Transference, fuga da una mente malata

di Dario Marchetti

I videogiochi possono dare vita ai nostri sogni così come alle nostre peggiori paure. E da aracnofobico ancora oggi mi chiedo perché così tanti sviluppatori scelgano di inserire giganteschi ragni nei loro titoli. Spaventosi, certo, ma non quanto i più oscuri meandri di una mente umana sull’orlo della follia. Ed è proprio lì, visore per realtà virtuale alla mano, che vuole condurci Transference, esperimento di casa Ubisoft pubblicato su PC, Xbox One e Playstation 4.

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Mega Man 11, il robottino blu compie 30 anni e passa al 3D

 

di Dario Marchetti

Gli amici lo chiamano “Blue Bomber”, ma vi assicuro che il calcio non c’entra un bel nulla. Parliamo infatti di Mega Man, il robottino blu più famoso dei videogiochi, partorito ormai trent’anni fa dal genio visionario di Keiji Inafune. In tre decenni questa saga ha conquistato milioni di videogiocatori con il suo altissimo livello di sfida, declinato in diverse salse a seconda dei tempi, con tutti gli alti e bassi del caso. E Mega Man 11, appena uscito su PC e console, non è dunque solo un regalo per i trent’anni del pargolo di casa Capcom, ma anche un ritorno ai fasti del passato. Calati, per la prima volta (se si escludono le saghe parallele a quella principale), in un contesto poligonale. Che dunque abbandona i pixelloni tanto amati dai puristi della serie, sostituiti da uno stile 3D (ma su binari bidimensionali) azzeccato come non mai.

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Forza Horizon 4, le stagioni dell’adrenalina

 

di Dario Marchetti

Ma com’è bello andare in giro per i colli inglesi. Farlo con una Aston Martin al posto di una 50 Special, poi, è ancora meglio. Sta tutta qui la magia di Forza Horizon 4, nuovo capitolo del franchise guidereccio di casa Microsoft, qui in versione arcade anziché simulativa (appaltata alla serie gemella Forza Motorsport). Cioè pensata per divertire anziché stressare, senza badare troppo ai dettagli di guida per concentrarsi su alte dosi di adrenalina. Appena uscito sia su Xbox One che PC, abbiamo deciso di farci un giro per mettere in serio dubbio le nostre capacità al volante.

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Shadow of the Tomb Raider, ovvero Lara contro Croft

 

di Dario Marchetti

In vent’anni di storia videoludica, Lara Croft ha ricoperto molti ruoli. Partita come feticcio digitale, primo vero sex symbol digitale con curve spigolose e attributi d’acciaio, oggi è diventata persona e donna a tutto tondo, avventuriera instancabile ma anche fragile e tormentata da un passato violento. Come ben racconta l’ultima trilogia di titoli, partita col reboot del 2013, proseguita con Rise of the Tomb Raider di due anni fa e giunta ormai a conclusione con Shadow of the Tomb Raider, appena uscito su PC, Playstation 4 e Xbox One.

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