Il futuro horror di The Surge, l’ultimo epigono di Dark Souls

di Dario Marchetti

Come vi avevamo raccontato, la fine della saga di Dark Souls ha creato un grande vuoto nello scenario videoludico. Con decine di sviluppatori che già da tempo stanno tentando di replicare il successo di questo franchise con variazioni sul tema più o meno riuscite. Tra questi i tedeschi di Deck 13, che dopo il primo esperimento chiamato Lords of the Fallen ora ci riprovano con The Surge, praticamente un Dark Souls in chiave futuristica.

Gli elementi di base (e di somiglianza) con la saga giapponese ci sono tutti: combattimenti da affrontare con dedizione e strategia, grandi livelli da esplorare, scorciatoie da sbloccare e boss ciclopici. Al posto di armature e spadoni ci sono invece esoscheletri e motoseghe, mentre zombie, draghi e mostruosità di ogni genere sono stati sostituiti da un’ampia varietà di macchine assassine. The Surge però introduce anche delle novità, come la possibilità di colpire i nemici in punti specifici (testa, gambe, braccia) per poi “amputarli”, facendo così nostre le loro armi e i loro pezzi di esoscheletro. C’è poi anche una meccanica di gioco che punta tutto sul binomio rischio/ricompensa: più si rimane in giro a sconfiggere nemici, più salirà un moltiplicatore che andrà ad aumentare in maniera esponenziale le risorse raccolte, utili per potenziare il nostro personaggio. Attenzione però: ogni volta che si fa tappa in una bioinfermeria, l’equivalente dei falò di Dark Souls, per rigenerare la salute, il contatore tornerà a zero.

The Surge è anche un buon lavoro sotto l’aspetto tecnico, soprattutto se si considerano i passi avanti fatti rispetto a Lords of the Fallen: su Playstation 4 Pro il gioco gira infatti in maniera più che fluida, a 60 frame per secondo in Full HD. Quando si tratta di design purtroppo però gli ingranaggi iniziano a incepparsi: i grandi livelli del gioco non sono ispirati come ci aspetterebbe, contribuendo allo smarrimento del giocatore a causa di luoghi troppo simili tra loro. I nemici e i (pochi) boss non riescono purtroppo a indurre lo stesso senso di orrore e sopraffazione che aveva reso così memorabili gli scontri di Dark Souls. E la parte narrativa, quella che dovrebbe darci indizi su come e perché il protagonista si sia risvegliato all’improvviso in un futuro apocalittico, stenta a decollare nonostante le grandi potenzialità.

Ma a parte l’inevitabile confronto con Dark Souls, con le sue circa 30 ore di durata The Surge risulta comunque un videogioco godibile, magari proprio come forma di introduzione all’universo dei cosiddetti “souls-like”, dei quali rimane uno degli esponenti più riusciti. E se si considera che i ragazzi di Deck 13 hanno già dimostrato di aver imparato dagli errori fatti con Lords of the Fallen, siamo sicuri che anche questa volta sapranno migliorarsi in vista del prossimo titolo. Dal futuro distopico è tutto, la linea può tornare allo studio.
 

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