di Dario Marchetti
Se Lara Croft è diventata famosa per le sue forme poligonali, ci sono eroine dei videogames che hanno fatto la storia senza mostrare nemmeno un centimetro di pelle. Come Samus Aran, la taciturna cacciatrice di taglie di casa Nintendo, perennemente trincerata dentro la sua armatura spaziale ma non per questo priva di carattere. Dal 1986 a oggi Samus è stata protagonista di decine di titoli della saga Metroid, tra cui la fortunata trilogia Prime uscita a cavallo tra Gamecube e Wii. E per la gioia di molti (sottoscritto compreso) oggi, dopo 7 anni dalla debacle di Metroid: Other M, la ragazza in armi è finalmente tornata in attività.
Remake al rialzo
Appena uscito su Nintendo 3DS, Metroid: Samus Returns non è un titolo completamente nuovo, bensì un remake di Metroid II: Return of Samus, secondo gioco della serie che nel 1991 arrivò sugli schermetti grigioverdi del primissimo GameBoy. Un rifacimento fedele sotto molti punti di vista ma allo stesso tempo, per fortuna, che si prende anche la libertà di andare ben oltre le limitazioni, grafiche ma non solo, dei primi anni ‘90. L’incipit quindi è lo stesso: Samus viene inviata sul pianeta SR338, luogo di origine dei pericolosi Metroid, con l’obiettivo di sterminarli e mettere al sicuro l’intera galassia. E non cambia nemmeno il fulcro del gameplay: esplorare una vasta mappa fatta di stanze e corridoi, con boss da sconfiggere e potenziamenti da sbloccare per poter accedere a zone prima irraggiungibili.
Botta e risposta
Come è giusto che sia, Samus Returns introduce anche novità assolute per la serie, soprattutto in termini di meccaniche. Prima fra tutte quella del contrattacco: premendo un tasto al momento giusto, il nemico rimarrà stordito e pronto a farsi riempire di proiettili a energia. Anche perché fare fuoco col braccio-cannone ora è molto più facile: tenendo premuto uno dei tasti dorsali del 3DS Samus rimarrà “ancorata” per terra, consentendoci di mirare con precisione in otto direzioni diverse. Last, but not least, le abilità Aieon: sfruttando un serbatoio di energia speciale potremo “scannerizzare” l’area intorno a noi per scoprire segreti, diventare temporaneamente invincibili o potenziare gli armamenti. Il tutto condito da uno schema controlli talmente reattivo da farci dimenticare di avere tra le mani una console portatile anziché un controller.
Bella da morire
Insomma, Metroid: Samus Returns è di fatto il nuovo paradigma per la serie, in grado di tenere insieme nostalgia e contemporaneità, accontentando noi fan di vecchia data e (almeno si spera) seducendo nuove generazioni di cacciatori di taglie spaziali. E la scelta di far uscire questo remake su 3DS anziché su Switch (dove è in sviluppo, udite udite, Metroid Prime 4) ci ha regalato un titolo che, senza alcun dubbio, è il più bello mai visto sul doppio schermo della consolina di casa Nintendo. E che ci ha restituito un’eroina che con le azioni più che con le parole, coi silenzi più che con le scollature, ha saputo ridefinire il significato di icona videoludica. Ad maiora, Samus.