Crash Team Racing Nitro-Fueled, un kart chiamato desiderio

di Dario Marchetti

Non è che qui si sia grandi fan dei remaster a tutti i costi. Perché spesso sono solo un modo di fare cassa. Perché spesso deludono, visto che anche con un upgrade grafico non tutti i “gioconi” della nostra infanzia/adolescenza reggono il passaggio del tempo. Perché qualche volta tolgono spazio e risorse che magari potevano andare a qualche nuova avventura. Ma spesso non vuol dire sempre. Ecco allora che ai già ottimi remaster delle due trilogie di Crash Bandicoot e Spyro, due mammasantissima di fine anni ‘90 a opera di Naughty Dog e Insomniac, va ora ad aggiungersi Crash Team Racing Nitro-Fueled, trasposizione in formato 4K del kart racing che ancora oggi è stato l’unico in grado di far vacillare la mia fede in Mario Kart. E che in questa nuova veste grafica, colorata, fluida, roboante, ci fa brillare gli occhi dalla gioia.

E attenzione, dico trasposizione perché come nei due casi già citati anche stavolta gli sviluppatori non si sono limitati a fare un “upscaling”, un botox digitale che si limita a sgrossare le ruvidità della vecchia grafica. Ma si sono cimentati in una ricostruzione da zero, per certi versi fedelissima all’originale e per molti altri divergente. Sì perché Nitro-Fueled recupera il Crash Team Racing originale, certo, ma lo mescola anche con elementi, piste e personaggi provenienti Crash Nitro Kart e Crash Tag Team Racing, i due sequel decisamente meno fortunati. Il risultato è un amalgama di contenuti che coniuga passato e presente, con decine di kart, decorazioni, skin e altri ammennicoli digitali da sbloccare via via con punteggi e risultati sempre migliori, anche combattendo nelle classifiche mondiali grazie all’online.

“I puristi non avranno da temere: la modalità avventura, grande fiore all’occhiello dell’originale CTR, potrà essere affrontata con l’opzione “classic”, cioè senza le introduzioni moderne di questo remaster. Mentre per gli amanti delle novità, gli sviluppatori hanno promesso di dare nuova vita al titolo nel corso del tempo con eventi speciali nei quali gareggiare a livello mondiale, guadagnare punti e sbloccare oggetti cosmetici unici. Qualcuno ha però criticato il livello di difficoltà, ritenuto eccessivo anche su settaggi normali. Stessa critica che era stata mossa alla neo-trilogia di Crash Bandicoot. Ma piccoli accorgimenti tecnici a parte, in questi casi è spesso il ricordo del passato a condizionare la nostra percezione. In fondo da ragazzini eravamo più immaturi, è vero, ma avevamo molto più tempo da “buttare” rispetto a oggi, tempi adulti nei quali dover ripetere cinque volte la stessa sfida può causare qualche arrabbiatura di troppo. Ma niente paura, superata una certa non si invecchia più, anzi. Al massimo si sale di livello. E ritornare su quei tracciati, seppur in versione “liftata”, serve anche a ricordarci da dove veniamo (peccato solo manchi il vecchio, balordo, doppiaggio italiano!).”

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