Diablo III: Eternal Collection, la lotta al male in formato Switch

 

di Dario Marchetti

 

La saga di Diablo si trova in un momento storico difficile. Dopo il successo planetario di Diablo 2 e relativa espansione, con le sue atmosfere meravigliosamente oscure e ipnotiche e un gameplay veloce e tagliente come una katana, nel 2012 Blizzard ha cercato di bissare il successo con Diablo 3. Un capitolo che nel corso degli anni ha subito numerosi lifting e cambi di direzione, nel tentativo di bissare il successo del predecessore. E il successo, in termini di vendite, c’è comunque stato. Ma per molti, troppi giocatori, le atmosfere tridimensionali e troppo “cartoonesche” (relativamente a quelle passate, s’intende), classi mal realizzate e un sistema di gioco troppo rigido e troppo legato alla casualità degli oggetti ottenuti ne hanno fatto un titolo da dimenticare. Per non parlare del rilascio su console due anni dopo, che ha fatto urlare al sacrilegio milioni di amanti del pc, probabilmente gli stessi puristi indignati dall’annuncio di Diablo Immortal, episodio in prossima uscita per smartphone. Ma questa è un’altra storia.

La versione console aveva necessariamente portato con sé quello che in gergo viene chiamato “streamlining”, una semplificazione del gameplay dovuta soprattutto all’utilizzo di un controller al posto di tastiera e mouse. Un’opera di trasposizione ben riuscita anche in Diablo III: Eternal Collection, che su Nintendo Switch raccoglie il gioco base, l’espansione Reaper of Souls e il pacchetto Rise of the Necromancer, che aggiunge l’amatissima classe Necromante, dritta dritta da Diablo 2. In più, come da tradizione Nintendo, ci saranno oggetti a tema Zelda e alcune integrazioni con gli Amiibo, le statuette interattive della grande N.

Una versione che dunque non ha nulla da invidiare alle controparti, endgame compreso, e che probabilmente ancora più di quelle uscite su console “casalinghe” trova la sua vera identità nella portabilità data dallo Switch. Lo schema di controllo ad hoc non ci fa rimpiangere il televisore di casa (anche se su un 6 pollici le scrittine sono un po’ piccine), e la gioia di affrontare un dungeon comodamente spaparanzati nel letto oppure durante un lungo viaggio in treno non ha eguali. E’ praticamente il sogno di chi, alle scuole medie, era costretto ad andare a casa di amici per spendere qualche furtiva ora su Diablo 2, in attesa di avere un pc per giocarci a casa propria. Un sogno diventato più che realtà, con un singolo, piccolissimo difetto: Eternal Collection è una macchina perfettamente oliata, un meccanismo da orologiai svizzeri che però non aggiunge nulla di sostanzialmente nuovo. E se dunque sbalordirà un neofita che non ha mai sentito la parola Diablo, a un veterano della saga strapperà “solo” un bel po’ di soddisfazione. Niente di male, anzi: a ben vedere sarebbe bellissimo se il prossimo Immortal, oltre che su telefono, uscisse con una versione dedicata e ampliata proprio su Switch. Come a dire a quei vecchi puristi che portatile non vuol dire per forza scadente. Forza Blizzard, che Diablo 4 non ve lo scampate mica.

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