di Dario Marchetti
Dopo il tracollo di Skylanders e Disney Infinity, pensavamo di esserci ormai liberati del fenomeno toys-to-life, fatta eccezione per gli Amiibo di Nintendo, che a conti fatti però sono più statuette da collezione che non altro. Non avevamo fatto i conti con Ubisoft, che a sorpresa se ne esce con Starlink: Battle for Atlas, uno sparatutto (ma non solo) a tema spaziale che sotto la superficie nasconde una profondità che titoli del genere non ci avevano mai mostrato.
Ma dicevamo della deriva giocattolara, e allora partiamo da lì: per giocare a Starlink si inserisce il disco, si aggancia un gadget sul controller, lo si collega con un cavo usb alla console e poi ci si innesta un’astronave (intercambiabile), dotata di piloti (intercambiabili), ali (intercambiabili) e due armi (intercambiabili). Il risultato lo vedete nell’immagine qui sopra. Acquistando il gioco si ottengono una navicella, un pilota e tre armamenti. Tutti gli altri vanno comprati a parte, pena il non poter accedere a ogni più recondito angolo di gioco. Dei prezzi parleremo tra un po’.
Ora occupiamoci del gameplay. A prima vista Starlink ci ricorda subito il bei tempi dello Starfox nintendiano, e non è un caso che la versione per Switch includa proprio astronavi e personaggi tratti da quel gioco, segnando un’altra bella collaborazione tra la casa di Montreuil e quella di Kyoto, come già avvenuto nell’italianissimo Mario + Rabbids Kingdom Battle. E questo è vero per i segmenti ambientati nello spazio profondo, con battaglie frenetiche ma mai frustranti grazie agli ottimi controlli (a patto di sganciare quell’accrocchio dal controller). Ma una volta che si scende su uno dei sette pianeti disponibili, con una transizione praticamente priva di caricamenti, il gioco si trasforma in una versione più user-friendly di No Man’s Sky, con una gigantesca mappa da esplorare, ricca di missioni, risorse da raccogliere e segreti da scoprire. Il tutto con una scrittura adatta ai bambini ma non per questo noiosa, anzi: i protagonisti del gioco sono terrestri finiti in una galassia sconosciuta, e la prima volta che incontrano un alieno la reazione è, giustamente, di stupore assoluto. Un gioco che trasuda curiosità e voglia di scoperta, anche nei dettagli che gli sviluppatori hanno inserito nel raccontare la “lore”, cioè il background di alleati e nemici.
Torniamo al discorso giocattoloso, anzi, a quello del portafoglio. Da listino, uno starter pack fisico costa 74,90 euro e comprende il gioco, un’astronave, un pilota e tre armi. Spendendone 79,90, ma in formato digitale, insieme al gioco si sbloccano 4 astronavi, 6 piloti e tutte e 12 armi. Aggiungendo altri 20 euro, sempre in digitale, si ottiene il gioco con tutti i suoi componenti sbloccati. Ottenere lo stesso numero di oggetti, ma in formato fisico, costerebbe circa 270 euro. Ora, non si discute che ognuno decida di giocare come vuole, e che molti genitori avranno piacere a costruire pezzo dopo pezzo, insieme ai figli, la propria collezione, anche perché nel campo dei toys-to-life spesso arrivano sconti e offerte. Il nostro consiglio però rimane quello di acquistare il gioco in digitale, non tanto per una questione di risparmio, quanto per una questione di comodità. Sì perché Starlink, e ci duole dirlo, sarebbe stato un piccolo-grande capolavoro se non avesse avuto questa zavorra giocattolara a rallentarlo, sia nelle meccaniche che negli acquisti. Per goderselo davvero, allora, meglio rinunciare alla plastica e puntare sul digitale, visto che tutto il buono che questo titolo ha da offrire lo si trova già sullo schermo.