Prey: Mooncrash, il lato oscuro della Luna

di Dario Marchetti

DLC. Tre lettere che stanno per Downloadable Content, contenuto scaricabile. E che per molti giocatori rappresentano uno degli aspetti più bui dell’industria videoludica. Nati con l’intento di estendere la vita di un videogioco oltre la sua conclusione naturale, con livelli, missioni e oggetti aggiuntivi, spesso gli editori li hanno utilizzati per fare soldi facili sbloccando contenuti risibili e magari già presenti sul disco di gioco. Mooncrash, primo DLC dell’ottimo Prey (già recensito su queste pagine, giocarci è un ordine!), cambia radicalmente quel paradigma, con una filosofia lontana anni luce da quella degli spillasoldi.

Vengo dalla Luna

Mooncrash è ambientato nella base lunare di Pytheas, travolta dall’invasione dei Typhon, i misteriosi alieni che già facevano da antagonisti nel gioco base. Il nostro compito da giocatori è portare in salvo cinque individui molto diversi tra loro, ognuno con i suoi poteri e abilità. Ogni volta che si viene sconfitti, si riparte da capo, spogliati di ogni oggetto raccolto durante il percorso. Questo perché stiamo vivendo una simulazione di quanto realmente avvenuto su Pytheas: il vero protagonista del gioco è infatti un hacker al soldo di una megacorporazione, costretto a rivivere all’infinito lo stesso evento per raccogliere dati preziosi e ormai irrecuperabili con altri mezzi. E i cinque personaggi che possiamo controllare, simulacri digitali di persone realmente esistite, sono le cinque, preziose, chiavi che ci permetteranno di risolvere l’enigma.

Voyage dans la Lune

Facendo fede al genere roguelite, ogni volta che si muore Mooncrash riparte dalla casella zero, come nel film Edge of Tomorrow, tanto per dare un esempio. E il bello è che se la struttura di base dei livelli rimane la stessa, a ogni partita cambiano i nemici e la loro disposizione, così come quella degli oggetti. L’unica caratteristica a rimanere inalterata sono le abilità conquistate per ogni personaggio, aspetto che rende sempre meno dure le partite successive. L’obiettivo finale? Riuscire a far fuggire, in un’unica sessione di gioco e con mezzi diversi, tutti e cinque i personaggi. Obiettivo difficile non solo a causa di un timer che via via rende il gioco più difficile, visto che la simulazione non può reggere troppo a lungo, ma anche perché bisognerà seguire un ordine ben preciso, con strumenti di fuga accessibili solo dopo l’intervento dell’avatar giusto al momento giusto.

Non voglio mica la Luna

Gli sviluppatori di Arkane hanno promesso ulteriori aggiornamenti gratuiti, come la modalità Typhon Hunter, una partita online che vede cinque giocatori nel ruolo di alieni contro un singolo umano. E poi una modalità storia, per godersi senza ansie le vicende della base Pytheas, e così via. Oltre a una rigiocabilità virtualmente infinita, grazie alla struttura procedurale (seppur non poi così profonda). Insomma, se tutti i DLC fossero realizzati con tale cura, passione e inventiva, nello scucire altri euro per scaricarli avremmo ben più di un sorriso stampato in faccia.

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