Overwhelm, travolti da un insolito giochino nel rosso mondo alieno

di Dario Marchetti

Less is more, dicono. Ma lavorare per sottrazione, scremare, filtrare, setacciare fino a lasciare solo il meglio, non è cosa facile. Soprattutto se sei a inizio carriera. E se sei una one-man-band. Come nel caso di Ruari O’Sullivan, che solo soletto ha tirato fuori dal cappello un’opera che ha fatto del minimalismo più feroce il suo motivo d’essere.

Si chiama Overwhelm, che in inglese vuol dire “sopraffare”, “travolgere”. Un nomen omen mai così azzeccato, visto che con pochi elementi questo gioco riesce a inondarci di sensazioni contrastanti, tenendoci incollati allo schermo per quelle poche ore che servono a completarlo. Nei panni di un non meglio identificato soldato spaziale, dovremo addentrarci nei meandri labirintici di un covo alieno. L’obiettivo: sconfiggere cinque boss e recuperare cinque preziose gemme. Fin qui tutto bene. Ma il problema è l’atterraggio, non la caduta. Ecco che allora saremo armati di un fucile in grado di sparare solo tre colpi prima di una breve ricarica. E che basterà un minimo contatto, un solo colpo inferto anche dal nemico più piccolo, per uscirne sconfitti. Alla terza vita persa si ricomincia da zero e, dulcis in fundo, ogni boss sconfitto potenzierà i nemici presenti nel labirinto. Machiavellico.

Non bisogna lasciarsi ingannare dagli evidenti richiami a Metroid: qui non ci sono potenziamenti, aree da sbloccare, segreti e così via. Il nostro eroe (o la nostra eroina) dovranno arrivare a destinazione con i pochi strumenti disponibili fin da subito. Il resto lo fanno la grafica retrò in tre colori (bianco, rosso, nero) e un comparto sonoro angosciante, che spesso ci faranno sentire soli ed inermi, come una Ellen Ripley braccata da decine di Alieni. Tutto qui, ci viene da dire. Ma nel migliore delle accezioni possibili: Overwhelm sceglie di fare poche cose e farle benissimo. Non promette paradisi digitali, né campagne lunghe decine di ore. L’unica promessa riguarda la volontà, più che mai esplicita, di far mangiare la polvere a noi giocatori, costringendoci ad architettare il miglior modo per uscirne vivi, scegliendo l’ordine delle mosse e il percorso più vantaggioso, quasi come accadeva nei buoni vecchi Mega Man. Il gioco, dal prezzo budget, è disponibile su PC e Mac, ma il nostro consiglio è di giocarlo su Switch: coi due Joy-Con si può attivare una bella modalità cooperativa locale e soffrire in compagnia.

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