di Dario Marchetti
Volente o nolente, negli ultimi dieci anni ogni episodio di Call of Duty è stato un po’ lo zeitgeist, lo spirito dei tempi, in materia di tendenze videoludiche. Una caratteristica ancora più forte in Black Ops 4, che segna una netta cesura rispetto al passato, cercando di accontentare quanti più tipi di videogiocatori possibili, attraverso un ricchissimo buffet di modalità che abbraccia le tante sfaccettature del videogioco online contemporaneo.
Nel cambiare pelle, Black Ops 4 ha sacrificato uno dei punti saldi della saga, quella modalità storia che, seppur giocata sempre meno anno dopo anno, aveva uno zoccolo duro di appassionati, stregati dalle prime edizioni legati alle Guerre Mondiali e poi sedotti dalla guerra contemporanea e poi ultratecnologica degli episodi successivi. Il nuovo Call of Duty vive esclusivamente online, prima di tutto con la classica modalità multigiocatore (e le sue sottomodalità), che qui riprende un approccio più terreno, con movimenti meno fulminei e l’addio ai jetpack che consentivano di fluttuare e saltare sui muri. A guadagnarci è la tatticità, con classi (chiamate “specialisti”) diverse per abilità e stile di gioco, considerando anche che passa sempre più in secondo piano il rapporto uccisioni/morti, in favore del completamento degli obiettivi della mappa. Addio anche alla cura automatica di una volta: per rigenerare la propria salute bisognerà premere un tasto apposito, aggiungendo un ulteriore livello di complessità alle scelte da fare sul campo: dopo uno scontro a fuoco meglio ricaricare l’arma o i punti vita? Ai posteri l’ardua sentenza. Intanto noi siamo riusciti a non morire in rapida sequenza senza nemmeno capire la direzione da cui sono partiti i colpi, un classico dei capitoli precedenti.
E poi c’è Blackout, il fiore all’occhiello di questo episodio, ovvero la “battle royale” di Fortnite e Playerunknown’s Battlegrounds in salsa Call of Duty. Una modalità che prevede 100 giocatori catapultati in punti diversi di una gigantesca mappa, con armi, veicoli e potenziamenti da ricercare sul terreno di gioco e una lotta all’ultimo sangue che vedrà un solo vincitore, l’ultimo rimasto in vita. Un azzardo ben riuscito, che trova una sua identità rispetto ai concorrenti e che gli sviluppatori promettono di tenere in vita con eventi speciali e temporanei. Ultima, e sempre gradita, la modalità zombie, un gioiello di stampo cooperativo che, zitto zitto, si è guadagnato una meritatissima fama grazie ai suoi scenari originali e al gameplay frenetico. Black Ops 4 insomma è una scommessa (per ora) vincente, un patchwork di modalità così autonome da poter essere anche rilasciate come tre giochi separati. E chissà che Activision, in un futuro prossimo, non ci faccia un pensierino.