Observer, quando la mente è un labirinto senza uscita

di Dario Marchetti

Un futuro remoto, fatto di grattacieli e sobborghi, vicoli fumosi, pioggia, cemento, vetro, insegne al neon. Se state pensando a Blade Runner, non siete poi così fuori strada. Perché Observer, un videogame di esplorazione dai toni horror e cyberpunk, è quanto mai vicino alle atmosfere del capolavoro firmato da Philip K. Dick su carta e portato al cinema da Ridley Scott. E che ora sta per tornare sul grande schermo.

Peste digitale
Nel mondo di Observer, dove chip sottopelle e arti meccanici sono all’ordine del giorno, una “piaga elettronica” ha stroncato centinaia di migliaia di vite. In una Polonia ormai governata dalle megacorporazioni viene istituito il corpo degli Observer, poliziotti in grado di hackerare la mente ed esplorarla come fosse un mondo virtuale a sé. Il protagonista di cui vestiremo i panni, Daniel Lazarski, è uno di loro. Anche qui si sprecano i paragoni con il Rick Deckard, senza poi considerare che a dare la voce a Lazarski c’è l’immenso Rutger Hauer, il replicante di Blade Runner entrato nella storia con il celebre monologo “Ho visto cose che voi umani…”. Insomma, non è un mistero che lo studio polacco Bloober Team (già dietro l’ottimo Layers of Fear) abbia pescato a piene mani da questo mostro sacro della fantascienza. Observer non reinventa quindi nessuna ruota, riuscendo però comunque a costruire un mondo coeso e angosciante, una città piovosa e opprimente dove la luce del sole è stata spodestata da quella dei neon e degli schermi a tubo catodico.

Criminal minds
L’impianto di Observer è quello di un videogame in prima persona, senza però sparatorie o rocambolesche scene d’azione. Il nostro compito principale sarà guidare il detective Lazarski tra le pieghe di un grosso intrigo che vede coinvolto anche suo figlio. Tanta esplorazione e dialoghi, dunque, con la possibilità di godersi i tanti dettagli che gli sviluppatori hanno disseminato nel mondo di gioco. Lazarski è dotato di impianti tecnologici che gli consentono di esaminare le scene del crimine attraverso visori per tracce biologiche e scanner di apparecchi hi-tech. Ma la meccanica regina è quella dell’hacking, che in certi punti ci consentirà di trasferirci nella mente di un’altra persona. A ogni mente corrisponde un mondo diverso, quasi sempre mutevole e orrorifico, un abisso da esplorare fino al ritrovamento di un qualche prezioso indizio. Ogni intrusione mentale è dunque un episodio a sé, una lunga serie di incubi digitali che rappresenta il punto più alto, e inquietante, di questo strano titolo.

Dalla Polonia con furore
Observer è un’esperienza fuori dal comune, di quelle che o si amano o si odiano. Noi l’abbiamo amato soprattutto per la sua capacità di ispirarsi a un mostro sacro come Blade Runner senza però rinunciare alla propria identità. E poi perché è l’ennesimo prodotto di qualità sfornato dall’industria videoludica della Polonia, ormai vero punto di riferimento nello scenario europeo: qualcuno ha detto The Witcher?

 

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